NEWS N. 5/2021 – DAL 15 OTTOBRE 2021 GREEN PASS OBBLIGATORIO PER ACCEDERE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

14/10/2021

Il Decreto-legge del 21.09.2021 n. 127 ha esteso l’obbligo di possedere e esibire il Green Pass a tutti i lavoratori pubblici e privati.

Dal 15 ottobre prossimo, per accedere ai luoghi di lavoro, deve essere in possesso del green pass sia il personale delle Amministrazioni pubbliche sia il personale di tutte le Aziende del settore privato.

 

Le disposizioni si applicano a tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, attività lavorativa o di formazione o di volontariato presso i luoghi di lavoro indicati, regola valida anche per imprese esterne che accedono agli ambienti di lavoro per svolgervi una qualsiasi attività lavorativa.

 

Tale obbligo non si applica ai soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale (bambini sotto ai 12 anni) e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della Saluti.

 

Chi controlla il Green Pass

I datori di lavoro sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni direttamente o attraverso personale specificatamente incaricato. In via prioritaria le verifiche dovrebbero essere fatte prima dell’accesso nei luoghi di lavoro. I controlli possono essere fatti anche a campione.

 

 

Come è fatto e chi lo può ottenere
Ma cos'è e a cosa serve questo documento? I green pass sono i documenti che permettono di spostarsi in tutta Italia (tra regioni di diverso colore), tra i paesi dell'Unione europea, ma anche per entrare nei locali al chiuso e ora sul posto di lavoro. I lasciapassare permettono inoltre ai turisti stranieri di visitare l'Italia e di spostarsi da un paese all'altro evitando la quarantena. Ma non solo, sono infatti utili anche per chi deve fare visita a un parente ricoverato in una Rsa o per partecipare alle cerimonie. Si tratta di certificazioni che vengono rilasciate in ambito regionale, valide sul territorio nazionale e negli Stati membri dell'Unione europea. Il documento contiene un QR code per verificarne digitalmente l'autenticità e la validità.

 

 

I tre modi per ottenere il green pass
Le "certificazioni verdi" possono attestare una di queste tre condizioni:

 

1) Vaccinazione anti-SARS-CoV-2, al termine del prescritto ciclo
Il pass ha una validità di dodici mesi ed è rilasciato in formato cartaceo o digitale, su richiesta dell’interessato, dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione contro il Covid. È possibile ottenere il green pass anche con una sola dose di vaccino: in questo caso il lasciapassare è valido dal 15esimo giorno dalla prima e fino alla seconda somministrazione. La certificazione sarà disponibile anche nel fascicolo sanitario elettronico del paziente.

 

Quali informazioni devono essere riportate sul certificato?
Oltre alle generalità dell'interessato (nome e cognome) in questo caso il certificato deve indicare la sua data di nascita e anche alcuni dettagli relativi alla vaccinazione. Deve quindi riportare la malattia o agente bersaglio, il tipo di vaccino eseguito, la denominazione del vaccino o l'indicazione del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio. Il documento deve anche indicare il numero della dose effettuata e il numero totale delle dosi previste, la data dell'ultima somministrazione effettuata, lo Stato membro in cui è stata effettuata la vaccinazione, la struttura che detiene il certificato e il suo identificativo univoco.

 

2) Guarigione e termine dell’isolamento in seguito all'infezione
La certificazione ha una validità di sei mesi ed è rilasciata, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, ovvero, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, ed è resa disponibile nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato. La certificazione cessa di avere validità qualora, nel periodo di vigenza semestrale, il cittadino sia positivo al SARS-CoV-2. Le certificazioni di guarigione rilasciate precedentemente dall’entrata in vigore del decreto sono valide per sei mesi a decorrere dalla data indicata nella certificazione. Tutti coloro che dopo l’infezione Covid-19 hanno fatto una dose di vaccino entro l’anno dall’esordio della malattia (cioè dalla data del tampone molecolare positivo) riceveranno una certificazione valida per dodici mesi dalla data di somministrazione.

 

Quali informazioni devono essere riportate sul certificato?
Anche in questo caso, il certificato deve necessariamente riportate alcune informazioni. Oltre ai dati anagrafici, sul documento devono essere indicati la data del primo test positivo, lo Stato membro in cui è stata certificata la guarigione, la struttura che ha rilasciato il certificato, l'identificativo univoco del certificato e la sua validità.


3) Esecuzione di test antigenico rapido o molecolare (quest’ultimo anche su campione salivare) con esito negativo
La certificazione ha una validità di settantadue ore per il tampone antigenico molecolare e quarantotto ore per il tampone antigenico rapido. Entrambe valgono dal rilascio e sono prodotti, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche da quelle private autorizzate e accreditate e dalle farmacie che hanno svolto il tampone antigenico rapido o molecolare (quest’ultimo anche salivare), ovvero dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta.

 

Quali informazioni devono essere riportate sul certificato?
Oltre ai dati anagrafici del soggetto, il certificato deve riportare la malattia o l'agente bersaglio, la tipologia di test effettuato, il suo nome e il produttore. Sul documento devono inoltre essere indicati la data e l'orario della raccolta del campione e quelli del risultato del test, il centro o la struttura che lo ha eseguito, lo Stato membro, la struttura che detiene il certificato e l'identificativo univoco.

 

 

 

Senza Green Pass

Non sarà permesso l’accesso agli ambienti di lavoro.

 

La Direzione Aziendale